Epistole. Vol. II by Cicerone

Epistole. Vol. II by Cicerone

autore:Cicerone
La lingua: ita
Format: epub
editore: UTET
pubblicato: 2012-12-31T16:00:00+00:00


106. 1. Per Quinto Minucio Termo cfr. 92 (XIII 55), n. 1.

2. Di questo Marco Marcilio e della questione che lo riguarda non si hanno altre notizie; si veda tuttavia Deniaux, Clientèles et pouvoir…, cit., pp. 525 s.), il quale suppone si tratti di una famiglia di cittadini romani che vivevano in oriente, forse connessi per parentela con un Lucio Marcilio che fu legato di Marco Antonio Cretico, incaricato di un comando contro i pirati nel 74-72.

107. 1. Di questo Gaio Tizio Rufo non si hanno altre notizie; un Gaio Tizio sarà legato di Dolabella nel 43, ma non sappiamo se sia il medesimo personaggio. Per una discussione sulla collocazione cronologica della sua pretura urbana si vedano il commento di Shackleton Bailey e Deniaux, Clientèles et pouvoir…, cit., p. 435.

2. Il nome Custidius non è altrove attestato, e si è pensato ad un errore della tradizione manoscritta per Cuspidius, o Crustidius, presenti nelle iscrizioni. Il commendatus era di Arpino come Cicerone (municeps) e apparteneva come lui alla tribù Cornelia (tribulis).

108. 1. Shackleton Bailey data questa commendaticia in base all’identità della frase di esordio con 110 (II 11).

2. Sulle lettere indirizzate al governatore della Bitinia, Publio Silio, cfr. supra 95 (XIII 65), n. 1.

3. Discordi sono le opinioni sulla possibile identificazione di questo Marco Lenio col Marco Lenio Flacco intimo amico di Cicerone, che lo ospitò a Brindisi nel 58, cfr. 8 (XIV 4), 2. Deniaux (Clientèles et pouvoir…, cit., pp. 510 s.) ritiene che si tratti dello stesso personaggio, mentre Shackleton Bailey pensa sia una persona diversa, un uomo d’affari che viveva in Cilicia, amico di Attico, citato anche in Att. VI 1, 6 e VI 3, 5.

4. Marco Lenio aveva evidentemente lasciato la Cilicia per recarsi in Bitinia a seguire il negotium che gli interessava.

109. 1. Anche questa lettera, come 95 (XIII 65), è indirizzata nella tradizione manoscritta a Publio Silio, governatore della Bitinia (per la questione cfr. già supra, lettera 95 n. 1). Gli argomenti per mutare il destinatario sono essenzialmente i seguenti: due delle faccende per le quali Cicerone scrive questa raccomandazione riguardano la provincia d’Asia, una in relazione a Pausania di Alabanda, città della Caria, l’altra circa i cittadini di Nisa, anch’essa famosa città della Caria (sembra assai improbabile che l’affare di Pausania non riguardi la sua città e che si debba ipotizzare un’altra Nisa in Bitinia, di cui non vi sono testimonianze); il modo in cui Cicerone si esprime sulla provincia amministrata dal suo destinatario — è un grande palcoscenico (magnum theatrum) capace di dare gloria ad un giovane nobile, diversamente dalla Cilicia, par. 2 — è adatto all’Asia, piuttosto che alla Bitinia, e di espressioni simili Cicerone si era servito anni prima anche scrivendo al fratello Quinto, governatore dell’Asia appunto (I 1, 42: eius modi theatrum totius Asiae virtutibus tuis est datum, celebritate refertissimum, magnitudine amplissimum …); le amplissimae clientelae di Tiberio Claudio Nerone (per cui v. n. seg.), ricevute dagli avi (par. 2), sono attestate per l’Asia e non per la Bitinia (cfr. E.



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